venerdì, agosto 03, 2007

Malaria!



No, non sono ancora morto. Scusate l'assenza dal blog, ma l'Africa non scherza ed è ospitale, ma a modo suo. A me ha voluto regalare la Malaria.

La malaria è la più importante parassitosi e la seconda malattia infettiva al mondo per mortalità dopo la tubercolosi, con 500 milioni di nuovi casi clinici all’anno (90% in Africa tropicale) e 2,5 milioni di morti all’anno (per lo più bambini africani). Il 40% della popolazione mondiale vive in zone endemiche. Ogni anno circa 10,000-30,000 viaggiatori europei e americani si ammalano di malaria.


Ora mi porterò dietro questo bellissimo ricordo che purtoppo lascerà strascichi per sempre.

Ora mi torvo al aereoporto di Accra, aspettnado l'aereo che mi portrà a Roma per curami in maniera adeguata.

giovedì, luglio 26, 2007

Ancora Kumasi


Sì, ancora a Kumasi!



Questa volta non come schiavo bianco, ma come turista. I membri della spedizione sono Kevin, Vivian e Virali. Si parte di sabato mattina e si arriva preso a Kumasi. C'è appena il tempo di andare nel opsedale locale per visitare la cripta misteriosa in cui è sepola una spada, che se estratta potrebbe far iniziar di nuovo la guerra.




Che dite, ho combianto qualche guaio?


Dopo questa escursione, ci aspetta una bella passegiata per la città ruomorosa. Arriviamo al mercato che già piove, la polvere e la puzza spariscono per far spazio all'umidità e al chiasso della gente tra i banconi. Cercano di vendermi di tutto. Non è difficiel resistere. Queste stoffe pregiate del Ghana, Kente, non mi interessano molto. Poi in albergo. Si cena al ristorante indiano e poi al letto.


Domenica, ci sveglaimo presto e dopo un ricca colazione a basa di omelette e pane imburrato ci dirigiamo verso il museo. Al ingresso leggiamo, Ghanesei 5$, uomini bianchi 10$. E' sufficiente per farci arrabbiare di grosso, ci accontentiamo di fotografare i pavoni e le faraone del parco. E' stupefacente vedere cosa possono fare 5 pavoni maschi di fronte ad unica femmina.



Dopo questa divertente scenetta, e finalmente arrivato il momento di allontanrci dalla città. Si va nel vilaggio vicino a vedre i lavoratori delle collane. In questo villaggio c'è una piccola cooperativa di artigiani che fabrica collane partendo dalla sabia e dalla polvere di vetro. Combinando diversi tipi di rocce e di vetro creano diversi colori e trasparenze. Dopo la visita siamo quasi costretti a comprare collane. Mi passa per la mente l'idea che magari è plastica e che tutta la visita serve solo per rendere tutto più credibile


Dopo l'acquisto delle collane si va a comprare gli utensili di legno.

mercoledì, luglio 25, 2007

La foto di oggi

Il Ghana, un paese unico.

lunedì, luglio 23, 2007

Napolitano in Ghana

NAPOLITANO IN GHANA, FIDUCIA NEL VERTICE UE-AFRICA


ACCRA - "Il Ghana è un paese di indubbia vitalità democratica", ha detto Giorgio Napolitano dopo i colloqui con il presidente della Repubblica John Kufuor e il presidente del Parlamento ghanese, che lo hanno accolto con grande amicizia, dichiarando interesse a rafforzare ed approfondire relazioni con l'Italia che sono già, per comune definizione, eccellenti. C'é reciproco interesse, hanno spiegato i due presidenti. E questo è dovuto al ruolo che ciascun paese svolge nel suo Continente per lo sviluppo di relazioni pacifiche e per il processo di integrazione regionale.

L'Italia, nell'Ue, nel G8 e nel Consiglio di Sicurezza. Il Ghana, anch'esso per due anni nel Consiglio di Sicurezza, svolge un ruolo chiave che va al di là delle sue modeste dimensioni (21 milioni di abitanti) nel processo di integrazione africana nell'Unione Africana, il cui modello, ha sottolineato Napolitano, si richiama molto a quello europeo. Ed è anche un paese simbolo. Quest'anno ha festeggiato il 50/o anniversario dell'indipendenza, un traguardo che in Africa raggiunse per primo. Inoltre, quest'anno il Ghana ha la presidenza di turno dell'Unione Africana ed è il punto di riferimento dei paesi moderati.

"Non potevo non cogliere questa straordinaria occasione - ha spiegato Napolitano - per esprimere con una visita il rispetto e l'attenzione dell'Italia". Un segno che Kufuor ha compreso e gradito. Il presidente ghanese era venuto al Quirinale lo scorso ottobre, e aveva invitato il presidente. E Napolitano è andato. A parlare di politica e di cooperazione. A dire innanzi tutto l'apprezzamento per il contributo del Ghana alla stabilizzazione politica e allo sviluppo economico dell'Africa. Insieme, ha detto il presidente italiano, hanno parlato "della gravissima emergenza umanitaria del Darfur e della crisi della Somalia" rispetto alle quali l'Ua vive uno smacco simile a quello che visse l'Unione Europea di fronte alla crisi della ex Jugoslavia.

Hanno parlato anche del più volte annunciato Vertice Europa-Africa, che dovrebbe svolgersi a dicembre e che Kufuor teme sia rinviato. Speriamo che l'Italia faccia sentire la sua influenza, ha detto. Napolitano ha assicurato il suo appoggio. Molto spazio è stato dedicato alle relazioni bilaterali che sono buone e presentano prospettive promettenti. Kufuor ha ricordato che le imprese italiane partecipano da 50 anni alle grandi opere del Ghana. Ha elencato le cooperazioni nei vari settori e ha garantito che il suo governo non d eluderà i nostri imprenditori. Colloqui paralleli si sono svolti a livello ministeriale.

Napolitano è accompagnato dal ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais. Fra i settori indicati per iniziative comuni, l'energia, l'agroalimentare, la formazione dei funzionari pubblici. Napolitano ha sottolineato che l'Italia vuole esprimere un rinnovato interesse per i problemi dell'Africa, e non a caso il suo viaggio si svolge in parallelo a quello del ministro degli esteri D'Alema in altri paesi africani. L'Africa, dopo la Cina e l'India, come sbocco per le nostre imprese? "Non c'é nulla - risponde Napolitano - che posa compensare una nostra scarsa presenza in quei paesi dove lo sviluppo ha ben altra portata".

Fonte: Ansa.it

Che Dio benedica la pioggia


Ebbene sì!!! Piove!! Le temperature si abbassano, il sole non picchia come un martello e grazie a Dio, non c'è più puzza per le strade!!

sabato, luglio 21, 2007

La presidentessa svizzera?


Cosa ci fa la presidentessa svizzera a Busy Internet?

Cosa ci faceva tempo fa Chirac, il presidente della Francia a Busy? Ed il presidente della World Bank Wolfowitz (a fianco)?

http://www.infodev.org/en/Article.99.html













BusyInternet


Di preciso cosa faccio a BusyInternet?

Allora prima chiariamo cos'è BusyInternet. Busy è stata fondata nel 2000 dalla World Bank e da Mark Davis, un imprenditore della Bay Area che è anche il chairman di BusyInternet. Busy è il più grande cyber caffè africano, conta circa 2000 clienti al giorno, 120 PC, accesso ai telefoni VOIP, sala conferenze, copisteria e ristorante. Uno dei luoghi più occidentali e quindi più accoglienti in Ghana. Negli ultimi anni Busy ha allargato il suo product mix offrendo anche l'accesso ad internet fuori dal internet caffè tramite wifi, wimax, via radio, via satellite e dial-up (il vecchio modem a 56K che avevamo un tempo), inoltre affittando uffici super accessoriati, e negli ultimi anni stanno offrendo un servizio di "incubator".

Praticamente Busy ora serve da "vivaio" o sounding board per gli emergenti imprenditori ghanesi. Qui in Ghana è particolarmente difficile aprire una propria attività, le licenze sono costose e difficili da ottenere, in più nessuno ti darà mai un ufficio in affitto senza farti pagare 3 anni anticipatamente. Quindi nessun imprenditore, promettente che sia, potrà mai permettersi di trovare un finanziatore desideroso di accollarsi tutti questi costi e magagne.


Proprio per queste ragioni, Busy ha lanciato il suo incubator program al inizio del 2005 sfruttando dei fondi speciali ricevuti dal governo Giapponese. Questo è il primo incubator nell'Africa Occidentale. Disegnato col chiaro fine di aumentare le possibilità di sopravvivenza delle giovani imprese dando loro terreno fertile su cui crescere, questo programma merita sicuramente rispetto. In africa attività imprenditoriali di questo tipo sono rare. Qui l'imprenditorialità è vista come un mezzo si sopravvivenza (una lifeline), non un'opportunità di creare effettivo valore. In Ghana ci sono numerose persone che lavorano in proprio, senza essere imprenditori. Sono piccoli commercianti senza negozio che vendono davvero tutto per strada dalle uova alle schede per ricaricare il cellulare. Lo fanno per sbarcare il lunario, per sopravvivere. Se potessero lavorerebbero tanto volentieri alle dipendenze di qualcuno. Ma di questi qualcuno ce ne sono davvero troppo pochi in Ghana e la mentalità ancora passiva di questo popolo davvero non vuole cambiare.

Purtroppo BusyInternet non ha raccolto il premio che meritava. Pur essendo un business così attivo e lungimirante, non riesce a creare profitto. Busy vanta un fatturato annuo di $1,5M, un'enormità in questo angolo del mondo dimenticato dalla ricchezza. Ciò nonostante i margini sono bassissimi, solo l' 1% delle vendite diventa vero profitto. Prima del 2006, busy è sempre andata in negativo ed ha accumulato debiti. Ora il capitale netto costituisce solo il 12% del patrimonio mentre all'inizio era il 50%. In questo momento solo la copisteria e BusyAcces sono in positivo, gli altri servizi (internet cafè, incubator e conference room) non sono profittevoli. (clickare per ingrandire)




Mantenere un'attività di questo tipo in Africa non è davvero facile. Quì in Ghana ogni cosa è difficile, tutto ciò che a noi occidentali sembra facile ed accessibile, spesso quì non lo è. Comprare o peggio assemblare 50 PC sembra semplicissimo a Roma, Milano o New York ma qui in Accra non lo è davvero.

Ed eccoci arrivati al mio ruolo qui a Busy. Sono stato chiamato per gestire l'espansione in un'altra città, Tema. Mi sto occupando di tutto, dalla scelta del luogo in cui il nuovo caffè si ergerà, alla pricing strategy, dal negoziare prezzo e condizione coi fornitori fino alla stesura del modello finanziario. Molti di voi penseranno: ma come è venuto in mente a Busy, una società da poco divenuta profittevole, di aprire un'altra filiale aumentando costi fissi e diminuendo ulteriormente i margini? Bella domanda. Qui in Africa certi parametri che a noi sembrano ovvi e scontati sono poco comprensibili. Busy sente il bisogno di espandersi come lifeline, come via di sopravvivenza. E' una pratica diffusa nel mondo degli affari africano.



Purtroppo le vendite nel cyber caffè stanno diminuendo ed i rivali si fanno agguerriti. I PC sono ormai vecchi e vanno sostituiti perchè spesso non funzionano ed i clienti insoddisfatti escono dal internet cafè quasi sbattendo la porta. Inoltre molte attrezzature si sono fatte vecchie e portano a sprechi. Io credo che Busy si dovrebbe preoccupare piuttosto di ridurre i costi e gli sprechi nella sede centrale e poi pensare ad espandersi. Non è davvero facile convincerli, ma almeno sono riuscito ad avere carta bianca con la nuova sede, se le mie idee porteranno risultati, voglia Dio che le adottino anche ad Accra. Purtroppo in Africa ci vuole tempo, pazienza e tenacia per persaudere le persone con cui lavori. I Ghanesi sono molto disposti a mantenere lo status quo e sono poco inclini ai cambiamenti. Se qualcosa va male sono più inclini a fare finta di nulla che a guardare in faccia alla realtà. Purtroppo.

lunedì, luglio 16, 2007

Good Morning Africa


Qualcuno mi ha chiesto ulteriori informazioni sulla compagnia che mi ha spedito quì in Africa per lavorare presso una start up ghanese. Questa compagnia non profit si chiama "Good Morning Africa" (GMA), ha sede a Washington DC ed è stata fondata un anno fa da William Guyster, un ex analista della World Bank. Will (il tipo mingherlino nella foto a fianco) dopo 5 anni di lavoro in Africa presso la Banca Mondiale, ha deciso di mettere a frutto la sua esperienza e di lanciarsi in questa impresa semi disperata.: "costruire un Africa priva di poverta, un imprenditore alla volta". "Our mission is to combat endemic poverty in Africa. To do this, Good Morning Africa (GMA) strategically targets Africa's most promising, socially-responsible and innovative entrepreneurs in order to trigger high-growth development of their companies and communities."




Ridete pure, ma questo è il suo motto. Come intende riuscirci? Semplice, attraverso la reverse slavery, lo schiavismo inverso! Spedendo studenti MBA come me in Africa a lavorare quasi gratis presso i suoi clienti imprenditori. Io non ho pagato il biglietto d'aereo per venire qui, mi sono stati rimborsati spese mediche e magari riesco anche a farmi rimborsare le spese per ottenere il visto per entrare in Ghana. Qui ho adirittura alloggio pagato nella stanberga/quartier generale di GMA (la casa nella foto di sopra e a fianco) ed è anche incluso colazione, cena ed anche qualche bacarozzo. Mi posso lamentare? Degli scarafaggi no di sicuro. Ci si abitua a tutto.





Oltre a Will completano il team di GMA anche Kia, Chris e Yaw. Kia e Chris sono studenti collegiali in USA, stanno qui come exchange students e nel fratempo lavorano presso GMA. Finito il college Chris continuerà a lavorare in Africa per GMA mentre Kia tornerà in California. Yaw è Mr. Ghana, la nostra guardia del corpo. Un tipo davvero simaptico e molto pittoresco. Il suo sogno è aprire una palestra di Body Building in Accra, un sogno non inrealizabile credo, ma molto impegnativo da mettere in atto, anche per Mr. Ghana!

Oltre a loro, anche Yukie e Virali fanno temporaneamente parte del team di GMA. Come me loro sono studenti MBA e staranno qui solo per la durata del tirocinio, 7 mesi nel loro caso. Yukie è giapponese e viene dalla John Hopkins School, ha studiato in Italia per un anno. Virali è di origine indiane ma è nata in Sud Africa e vive in California, dove ha appena concluso il suo MBA a Berkley. In tutto siamo 6 persone, accampate una sopra l'altra in una piccola casa. Tutti insieme appasionatamente insieme ai bacarozzi ci litighiamo l'unico bagno e la cucina.

domenica, luglio 15, 2007

Stagione delle Pioggie



Sì, sembra strano ma anche in Africa piove, esattamente come canta Enya in "Storms in Africa". Con Luglio infatti inizia ufficialmente la stagione delle piogge. Grossi acquazzoni e, conseguentemente, la temperatura scende di diversi gradi, già da oggi infatti fa più caldo a Roma (33°) che in Accra (26°)! L'umidità comunque aumenta di parecchio ed il cielo è spesso grigio.




Io bendico la pioggia e mi sono già segnato per il primo livello di Danza della Pioggia, davvero il caldo Africano cominciava ad uccidermi. Non solo il caldo ma tutto ciò che era connesso, il sole, la polvere e la puzza incredibile. Ora finlmente il Lago Volta si sta riempiendo d'acqua e quindi presto potremo avere energia elettrica a sufficienza per ridurre i black out

mercoledì, luglio 11, 2007

Zio Agostino


 

 

Poche ore fa è arrivata la telefonata di mia sorella: mio zio non è più tra noi.

 

E’ passato a miglior vita poche ore fa dopo una notte di dolore. Aveva un tumore, ma sembrava stesse meglio.

 

E così rieccomi a dover affrontare da solo la morte di un parente stando lontano da casa. La tristezza è tanta. Mi piacerebbe andare al funerale ma non è possibile perché sto lontano.

 

A presto Zio… ci manchi già.

 

 

martedì, luglio 10, 2007

Cosa ci fa il direttore economico del Barcellona a BusyInternet, nel cuore dell'Africa? Il professor Sala-i-Martin insegna alla Columbia University i corsi di:
ma è anche un grande appassionato di Africa e di imprenditoria nel continente nero. Ed è per questo motivo che un bel giorno a Busy mi sento chiamare: "Ehy, Columbia Business School", era il professor Sala che stava girando uno spot sulle compagnie africane di maggior successo, mi aveva riconosciuto dalla maglietta targata Columbia Business School.

Il prof. Sala è una grande esperto di macroeconomia nei paesi in via di sciluppo, tra i quali non include l'Italia, soprattutto nel contiente nero. Un terzo delle persone che guadagnano meno di 1$ al giorno si trova in Africa. Il quadro diventa ancora più negativo se si considerano le persone sotto i 2$ al giorno. E la situazione sta peggiorando. Negli anni 70 il quadro era diversa e l'Africa godeva di maggior benessere. Ora, mentre Cina ed India migliorano velocemente l'Africa peggiora il proprio quadro economico molto in fretta. Per maggiori informazioni scaricare il documento sul sito del professor Sala. Consiglio di scaricare questa applicazione flash che raffigura in maniera intuitiva come la richcezza è distribuita nel mondo:
http://www.columbia.edu/~xs23/WDI/incomeDistrAnimation_DRAFT_030924_.exe

venerdì, luglio 06, 2007

विअग्गियो नेल सेल्वाग्गियो nord

Il 28 giugno a Roma è la festa santi patroni di Roma, Pietro e Paolo. La festa inizia la sera del 28 giugno nella basilica vaticana, con la statua di San Pietro vestito da pontefice. Ma al di fuori della capitale Italiana e soprattutto in Ghana nessuno celebra, e soprattutto si lavora.

cliccare per ingrandire

Io faccio eccezione, ho deciso di andare a visitare il selvaggio nord del Ghana. Un’impresa quasi disperata se la si vuole compiere in un solo weekend. I mezzi di trasporto in Ghana hanno tante belle virtù, sono simpatici, caratteristici, incontri tante persone ed animali diverse, ma l’efficienza non fa parte di questi pregi. Quindi viaggiare per così tanti Km in un solo weekend è rischioso. Ed è così che decido di prendermi un giorno di permesso dal lavoro per poter partire alla volta del nord.

La spedizione è composta da Yuki di GMA e da Kevin, un ragazzo americano che lavora come volontario per TecnoServe, una NGO che si occupa di promuovere lo sviluppo tecnologico nelle zone rurali del Ghana. Decidiamo di prendere l’aereo, l’alternativa è l’autobus che richiede anche 15 ore. Così spendiamo questi $133 a testa e saliamo su un aereo che sembra terribilmente l’equivalente di tro-tro con le ali.

Una volta sbarcati al aeroporto di Tamale, controlliamo di non aver lasciato nessun pezzo per strada e cerchiamo un taxi per recarci al centro. Riusciamo a trovare solo un taxi che, consapevole di essere il nostro unico possibile mezzo di trasporto, ci chiede 3 volte il rezzo consigliato dalla guida. Rigiro il libro e leggo che è stato pubblicato l’anno scorso, l’inflazione in Ghana è al 12% e non al 200% quindi capisco che è ora di mercanteggiare per non farla aumentare.

Guardando questo taxi (cliccate per ingrandire la foto) e l’espressione del povero Yuki forse è chiaro anche a voi che questo “Nord del Ghana” è davvero una terra selvaggia ed avventurosa come dicono nelle guide turistiche. L’autista a malapena capisce l’inglese, trend che ci accompagnerà per tutti i 4 giorni di viaggio.

Arriviamo al centro di Tamale, una città fatta di case di fango o di cemento. Il taxi ci molla in mezzo alla stazione degli autobus, che funge anche da mercato, pollaio e deposito degli animali. L’autobus che dobbiamo prendere noi per andare al "Parco Nazionale di Mole" non è ancora partito, ma non possiamo salire perché è al completo. “Completo” in Ghana vuol dire che ci sono 12 persone, 4 pecore e 10 galline in più dei posti disponibili. Con una rilassatezza tutta ghanese il manager ci dice, dormite qui ed al paco ci andate domani a quest’ora. Ancora non sono diventato Africano e la mia dimensione del tempo è rimasta europea, inoltre non abbiamo tutto questo tempo e decidiamo allora di prendere un tro-tro per arrivare alla città più vicina. Il manager ci carica su un taxi e, più per grazia dello Spirito Santo che per merito del autista e dei suoi pneumatici di legno, arriviamo a destinazione.

Il tro-tro è pronto che ci aspetta, sono solo le 3.20 del pomeriggio, alle 4 partirà, ma qualcuno è già in groppa. Tranquilli tranquilli andiamo a prenderci una birra in un bar vicino, girato l’angolo già diventa campagna ed il bar diventa subito un tranquillo angolo dove riposarci in compagnia di simpatiche mosche e zanzare che sembrano gradire la birra locale più di me.

Lasciata metà bottiglia alle zanzare, arriviamo in perfetto orario al tro-tro che è QUASI pieno ormai, mancano 4 posti. Ci accomodiamo, ma l’autista in perfetto stile affarista ghanese non parte finché i 4 posti vacanti non si riempiono.

Ci vogliono un’ora e mezza, e alle 5.40 finalmente il carrozzone parte tra i belati dei passeggeri non paganti (le capre). Il panorama è bello, e agni stop (circa ogni 2km) il carrozzone si ferma per far scendere i passeggeri e farne salire altri, ovviamente non parte finché ogni singolo posto è occupato, non sia mai guadagnasse tempo e perdesse 4 soldi. In Ghana il tempo non è denaro.


Alle 8.00pm abbiamo ormai fatto la bellezza di 50km di, di cui un terzo in strada sterrata. Quasi una distanza incredibile da queste parti. Siamo coperti di polvere, ma non è finita. Ora inizia il bello, siamo ancora a 16km di strada sterratissima dalla destinazione. Il villaggio in cui siamo è semi-illuminato, c’è solo un tassista che strofinandosi le mani approccia noi turisti dal muso bianco e dal portafoglio pieno.

Per 16km lo Zio Paperone d’Africa ci chiede 200,000 cedis, circa 21$. Dopo un’ora di mercanteggio interrotto siamo costretti a pagare ed andarcene prima di diventare parte del paesaggio. Arriviamo solo alle 10.30 al Mole National Park, l’avventura è appena iniziata!



Larabanga

Ci svegliamo alle 6.00, alle 6.30 parte il safari all’interno del mitico parco nazionale. Ci aspettiamo di vedere elefanti, gazzelle, facoceri, babbuini e forse anche Luciano Moggi ma ci dicono che l’ultimo esemplare è in via d’estinzione.

Ci accontentiamo quindi di vedere un sonnacchioso elefante che fa colazione, un branco di facoceri in caccia e qualche gazzella spaventatissima. C’è un silenzio incredibile. Giriamo così per qualche ora stando sempre alla larga dagli animali perché essendo veramente selvaggi non sono abituati alla vicinanza con l’uomo. C’è spazio anche per un attacco delle temibili formiche soldato che si fanno un bel safari tra i miei vestiti facendomi ballare e danzare la tarantella. L’avvistamento di un piccolo coccodrillo completa il safari. Alle 9.30 tutti al albergo a consumare la meritata colazione.

Ora non ci resta che fare un bel giro per Larabanga, famosa per la moschea di fango ed un pietra magica. Per arrivare a Larabanga il modo più veloce è la bicicletta, che con grande stupore di Yuki scopiamo essere di origine giapponese. Con il velocipede nipponico ci muoviamo alla volta Larabanga. Un imprevisto passaggio di 10 elefanti blocca presto la mia strada, i pachidermi in fila come militari bloccano il passaggio. Dopo qualche minuto riprendo il cammino e raggiungo il resto del gruppo. Arriviamo a Larabanga e cominciamo a visitare le varie attrazioni.

La storia di Larabanga è in gran parte misteriosa, o nota solo attraverso i racconti semi-leggendari tramandati dalle popolazioni locali. Secondo tali tradizioni, la città fu fondata fra l'XI e il XIV secolo da Yidan Braimah (oggi spesso chiamato più informalmente "Ibrahim"), un Kamara giunto in Ghana da Medina su richiesta di Ndewura Jakpa, re del popolo Gonja, che desiderava una guida spirituale per le proprie conquiste. Con l'assistenza di Ibrahim, Ndewura riuscì a far capitolare Kango, un'antica città nell'odierna Costa d'Avorio, che da tempo si opponeva ai suoi eserciti. Di questa vicenda è rimasta traccia nel saluto che ancora oggi i Gonja rivolgono ai Kamara, kongote, che significa "Kango è finita". Come ricompensa per l'aiuto ottenuto, Ndewura concesse a Ibrahim di insediarsi dove preferiva nel regno. Ibrahim si recò presso la pietra mistica, una roccia a cui la popolazione locale attribuiva un grande potere spirituale. Qui Ibrahim scagliò la propria lancia nel cielo, dichiarando che si avrebbe costruito la propria casa dove la lancia fosse caduta. La lancia cadde in una pianura fertile chiamata all'epoca Zuriyir, che era disabitata, in corrispondenza dell'attuale collocazione della moschea. Il terreno su cui sorge la moschea viene chiamato ancora oggi yirikpani, "il punto dove atterrò la lancia".

La famosa moschea di fango si erge all’ombra di un antichissimo baobab. Fu costruita vicino a questo albero perché ritenuto sacro, ogni anno per la ricorrenza religiosa fedeli da tutti i villaggi vicini si recano qui per togliere listelli dalla corteccia di questo grandissimo albero per portarli nello loro case come segno di buon auspicio. Scattata qualche foto davanti all’ingresso della moschea decido di mettere la testa dentro per vedere com’è. L’Himam non gradisce e ed esce fuori urlando in arabo e danese vari insulti nei confronti della nostra guida, rea di avermi permesso di ficcare la testa nel luogo sacro.

A giudicare da come ci guardano i bambini del villaggio, qui le vere attrazioni non sono la moschea e la pietra magica, ma siamo noi obruni venuti da chissà dove. I bambini ci si attaccano come ventose. Sono diversi dai bambini che ho visto ad Accra. I piccoli della capitale sono solo curiosi, ti guardano con occhi grandi ed increduli, questi sono in più molto audaci e senza paure. Si aggrappano ovunque e non ti mollano, sembra che vogliano venire via con te. Kevin è felicissimo di questo, Yukie è così spaventato che ha anche paura di tirare fuori la macchina fotografica.

Per le vie della città vediamo scorrazzare non solo bambini ma anche pulcini di faraona e di avvoltoio in mezzo ai pulcini canonici. Cosa ci fanno? Scopriamo che gli allevatori locali mettono le uova di faraona e di avvoltoio insieme alle uova di gallina per aiutare per aiutare i pulcini della faraona ad uscire dal uovo. Kevin chiede se possiamo assaggiare la carne di faraona perché non avendone mai vista una prima e cuorisissimo. Allora decidiamo di rimanere qualche ora in più per potere assaggiare questa carne prelibata.

Le ore in Ghana fanno presto a raddoppiare e la nostra cena a basa di faraona, banku e salse varie è pronta solo alle 7 di sera. Ceniamo al buio nello spiazzo di fronte al pollaio e qualche capanna. I bambini si riuniscono per vederci mangiare, dobbiamo essere proprio buffi per suscitare così tanta attenzione e risa da parte dei bambocci!

Quando finiamo è davvero ormai tardissimo per muovervi verso Tamale. Siamo costretti a pernottare a Larabanga. Scegliamo di alloggiare alla guest house dei fratelli Zama, una bella capanna completa di rapazzola, tavolozzo in pietra e lanterna in legno stile ottocentesco mi accoglie per la notte. E’ stato davvero un giorno stremante.



Bolgatanga

Dopo pochi secondi mi sveglio, sono solo 3.50 di mattina ma già mi devo svegliare. Alle 4.00 passa l’autobus che ci porterà a Tamale. Questo autobus è solo un tro-tro più grande, il confort è sempre quello, solo mancano capre e galline. Me ne farò una ragione.

Dopo molte, molte, molte soste arriviamo a Tamale. Sono quasi le 8.00 ed è davvero ora di fare colazione e trovare un albergo per la notte. Sistemate queste faccende siamo pronti per cercare un mezzo di trasporto per Bolgatanga. I taxi costano cifre spropositate, quindi dopo vari tentativi di negoziazione siamo costretti ad accettare il destino e montare su l’ennessimo tro-tro. Più ci avventuriamo verso nord più questi tro-tro assomigliano a dei carri bestiame, questo in più al’optional della doccia per tutti i passeggeri che, come me, stanno vicino allo sportello a “tenuta stagno”, nel senso che dopo solo 10 minuti il tro-tro assomiglia ad uno stagno pieno d’acqua.

Nono si sa come, ma dopo qualche ora arriviamo a Bolgatanga, è già ora di mangiare e andiamo a giustiziare un’altra faraona. Il nostro palato ormai è abituato a Faraone ruspanti di campagna e quindi questa Faraona di città non ci sembra nulla di che. Partiamo subito dopo pranzo per andare a visitare Bongo, un paese all’estermo nord del Ghana, quasi in Burkina Faso. Qui poche persone parlano inglese e di visi pallidi come noi se ne vedono pochi. Sarà per questo che si aspettano da noi l’equivalente del loro salario di un anno. Per arrivare a Bongo bisogna prendere un taxi, l’autista sa davvero come schivare mucche, galline, asini, cristiani, mussulmani, faraone e capre, quest’ultime di gran lunga le più pericolose e sfuggenti. Qui al confine col Burkina Faso vediamo animali che ad Accra e Kumasi non si vedono, mucche, pecore e asinelli.

Bongo non presenta nulla di interessante, l’attrazzione e nella sua campagna. Ci avventuriamo tra le frasche guidati da un indigeno ed arriviamo a vedere un bellissimo panorama tra le rocce. Un baob crollato ma ancora vivo e gigantesche e misteriose rocce collocate misteriosamente ed incredibilmente sulle cime delle colline circostanti

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Scattate molto foto comincia a diventare buio e davvero abbiamo solo il tempo di tornare a Bolgatanga e da li prendere l’ultimo tro-tro verso Tamale. Ultima tappa l’albergo ed il meritatissimo riposo.

Ci svegliamo alle 7. e c’è appena il tempo per lavarsi e montare sul autobus per partire in direzione di Accra. Questi autobus del STC, sono proprietà del governo ed hanno – udite udite – l’aria condizionata ed i posti numerati. Mi ci vuole mezz’ora per abituarmi all’assenza di capre, galline e matrone nere pronte a schiaffeggiare prole, pollame e me con un colpo solo al primo crollo di nervi. Addirittura abbiamo la tv ed il DVD! Devo dire hce avrei preferito le capre alla tortura dei film nigeriani. Sono storie antiche d’amore e di magia infarcite di voodoo e tradimenti adattate ai tempi nostri. Il peggio della tradizione locale e dell’idea di Holliwood che hanno in Lingeria. Addirittura questo insieme di abomini nigeriani ha anche un nome, Nolliwood (Nigerian Holliwood), il nome dice tutto.

L’autobus ci mette solo 15 ore per arrivare ad Accra. Facciamo letteralmente tutta la nazione dal estremo nord all’estremo sud in un giorno. Quando vedo le luci di Accra mi coglie quasi un gemito di gioia! Finalmente dormirò in un vero letto!!!