sabato, agosto 26, 2006

ORIENTATION

Il taxi assasino

Sono ancora vivo, non temete!

Un taxi sul'83sima deve aver pensato che sono gassoso e che mi si può passare attraverso senza nessun problema. Purtoppo non è così e succede che mi lascia il suo specchietto tra le scapole prima di sfrecciare lontano nella notte. L'hanno preso e pagherà la mia notte in ospedale, ma la cosa importante e che ora vi scrivo da casa, sano e salvo.

Una vettura del Fire Department lì presente vede tutto. Il pompiere scende e mi blocca la testa con il collarino, chiama l'ambulanza ed in tempi record sto al Lenox Hospital nel Est Side.

Ho passato la notte nella Emergency Room ("ER", come il titolo del telefilm, ma di "Medici in prima linea" ce ne sono tanti quanti nelle puntate della "Dottoressa Giò": 1!). L'unico medico presente ha da sistemare 6 pazienti ma alla fine trova il tempo necessario per capire che non ho davvero nulla di rotto e mi può togliere dalla barella a cui sono inchiodato. E' così scomoda che comincia a farmi più male del taxi e del suo specchietto.

Ora però deve rimanere in osservazione per la notte. Mi fanno la TAC, una ventina di esami della pressione, analisi sangue ed urine, febbre e tanti altri. I miei amici Marco e Fausto mi stanno vicino e mi supportano, sono davvero impagabili. Non solo, una Peer Advisor passa tutta la notte accanto a me, anche quando dormo.

La mattina seguente sto davvero bene e pronto ad uscire, ma devo aspettare l'arrivo del neurologist che deve dare l'ok alla mia scarcerazione. Nel fra tempo arriva Amanda Carson, vice-direttrice del Admission Office di Columbia. E' stata avvisata della mia disavventura ed in men che non si dica è davanti a me per accertarsi del mio stato di salute. Mi porta la colazione (panino con uovo, pancetta e salsiccia, succo d'arancia, acqua e caffè) e subito mi sento bene. In effetti alle 10.30 non ho ancora mangiato e la fame si fa sentire.

Finalmente il neurologist arriva e decide che non ho nulla e che posso essere liberato. Saliamo sul taxi (dopo aver controllato la presenza dello specchietto retrovisore) e subito a casa. Non vedo l'ora di stare a casa mia e potermi riposare sul mio letto.

Mi arrivano decine e decine di telefonate da parte dei compagni di scuola. Arrivano anche e-mail e messaggi sul cellulare. Conosco questi ragazzi solo da due giorni e gà mi trattano così bene! Mi sento dire che sono tutti preoccupati per me e mi vogliono vedere tornare prestissimo.

Passo il pomeriggio a riposare e a mettermi il ghiaccio sui livid. Fanno già meno male e posso camminare tranquillamente. La voglia di rimettere lo zaino in spalla c'è già.

Così anche mercoledì finisce. Un'altra giornata davvero piena.

1 commento:

Anonimo ha detto...

MA TU SEI MATTO!!! Una foto del genere appena si apre il blog... ci si può anche spaventare... è vero che sei sorridente, maaaa!!!!! Comunque solita frase di un'avventura a lieto fine "tutto è bene ciò che finisce bene!!". Buona riposo e buona ripresa!!!! Baci Marti