lunedì, agosto 07, 2006

ADDIO STELLE

The New-York experience has just started…


Non nisi in sidera nocte micant…. Le stelle brillano solo nella notte più profonda. Qui a New York la notte non è mai profonda, anzi sembra che questa città non conosca nè il sonno né la noia né il buio. Quindi niente stelle nel cielo per i prossimi due anni.

Fino ad allora New York sarà casa mia. Mi sono sentito a casa appena sceso dal aereo:

  • Alla dogana mi vogliono rispedire in Italia: un impiegato estremamente cortese mi dice che non mi bastava il visto studentesco, avrei dovuto portare con me anche il documento della Columbia che attestava che ero uno studente (“No paperwork? Go back to Italy”); è bastato cambiare fila, ed impiegato, e sono riuscito ad entrare;
  • Una valigia è rimasta ad Amsterdam: mi ci sono voluti 49 minuti per riuscire a fare la denuncia, la Sansonite poi è arrivata solo dopo 3 giorni. Anche qui mi chiedono se ho armi dentro la valigia. Giuro, sono tentato di dirgli che ne ho anche con me!

Davvero non mi demoralizzo, un taxi e via verso l’Ostello vicino Union Square. L’entusiasmo che mi porto da casa, dall’Italia, dalla famiglia e dagli amici mi fa viaggiare veloce come il tappo di uno spumante appena aperto. So che fa un po’ pubblicità Martini (… there’s a party!) ma la sensazione è proprio questa. Energia.

Giovedì entro in casa solo dopo aver riempito moduli di ogni genere e firmato dichiarazioni e giuramenti del tipo “Non introdurrò mai armi, droghe o esplosivi in casa”, “Hai intenzione di usare casa come quartier generale per sommosse terroristiche?” ecc. ecc. devo pensarci un po’ prima di dire che non ho intenzione. Effettivamente l’idea comincia ad interessarmi, ma ho una casa da arredare, un conto in banca da aprire e il cellulare americano da acquistare.

All’ufficio dove prendo le chiavi di casa incontro Marco Prono, compagno di avventura per i prossimi due anni. Lui è arrivato nella City da qualche giorno ed è un veterano: ha già casa, conto in banca e cellulare.

Quindi aperto il conto a Citibank (possibile che sia bastata un’ora e tanti soldi per avere conto e bancomat?!!) e contrattato il contratto telefonico con l’impiegato messicano di un piccolo negozio di telefoni su Broadway, si è fatta ormai ora di andare a letto. Anche giovedì sera, nessuna stella in cielo.

Venerdì, assalto a K-Mart un One-Stop-Shop vicino a Time Square. Una sorta di Ipermercato dove con un po’ di pazienza puoi trovare davvero tutto. Io non ho ancora né lenzuola, né federe, né posate né nulla… quindi resistendo alla tentazione di comprare attraenti elettrodomestici americani (affascinanti microonde a propulsione nucleare, frullatori della NASA, tostapane e caffettiere cibernetici ecc.) riempio il carrello solo di cose utili come piatti, bicchieri, posate, mestoli, tagliere, padella e pentola, scolapasta, scolapiatti, lenzuoli e federe, cuscini e grattugia-parmigiano. Il carrello è pieno, e quindi via nella metropolitana verso casa.

Sabato, ancora la casa nella mia mente. Devo comprare detersivi di ogni tipo. Troppa scelta nei negozi… prendo tutto quello che troverei anche in Italia (Mastrolindo, Bref ecc.) ho paura di sperimentare qualche stravaganza americana. Mancano ancora tappetini per il bagno, tendine per la doccia ed ogni alta cosa che serve in bagno.

La mattinata prosegue con l’acquisto del iPod a Soho ed il ritrovamento della valigia. Il pomeriggio invece trascorre piacevolmente tra Central Park, concerti latinoamericani, shopping da Abercombie sulla quinta strada e chiacchierate con uno studente del secondo anno. La sera finalmente un piatto di pasta come Dio comanda!


Domenica, io e Marco dovremmo andare al mare… un po’ di contrattempi e dopo la messa e acquisti al mercato ci ritroviamo al solito K-Mart. Ormai siamo addicted (dipendenti). Io devo comprare tutto quello che mi ero vietato venerdì. Quindi è il turno del aspirapolvere ad uranio impoverito, il tostapane/muffin che fa pure le uova (le frigge, quello con la gallina inserita dentro era finito), apriscatole, mestoli di legno, cestini per cucina/bagno/salone, le casse per il pc, cavetteria varia ecc.

Il carrello è davvero pieno a stogiro, soprattutto sono soddisfatto. Mi sembra di aver speso pochissimo (120$). Scopro poi che si sono dimenticati di battere alla cassa l’aspirapolvere nucleare. In compenso questo ordigno giallo funziona benissimo, 60 cm di potenza pura: aspira ogni cosa che gli capiti a 10 cm di distanza. Sempre più soddisfatto dopo aver rinchiuso l’aspiratutto nel ripostiglio, mi concedo un piatto di farfalle “cipolla, pachino e peperoncino” davvero invitante. Poi pub (sul ottantesima) e a letto. Il sonno non manca davvero.

Finalmente arriva lunedì, sento il desiderio di scrivere quanto successo. Queste avventure domestiche tutt’altro che banali meritano davvero l’inizio del mio blog.

Lo spirito con cui affronti un’avventura, più delle cose che fai, determina la grandezza dell’impresa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Lele, leggo ora il tuo Blog ed apprendo la notizia di tua nonna ...bèh!!! non sei un poeta, ma ti posso assicurare che mi hai fatto venire i brividi!!!
Sii forte e vivi fino in fondo ogni tua emozione!
Un abbraccio fraterno. Davide